A cura di padre Francesco Bamonte, icms.
Vorrei subito sottoporre alla vostra attenzione quattro date, fondamentali Nei giorni 3-4 settembre 1991, don Gabriele organizzò a Roma il primo convegno di esorcisti italiani. Dal 28 giugno al 2 luglio 1993, sempre a Roma, venne organizzato da padre René Chenessau – esorcista della diocesi di Parigi – e dal teologo padre René Chenesseau un incontro di sei sacerdoti. Fu invitato anche don Gabriele, che però, per motivi di salute, riuscì a partecipare solo un pomeriggio. In quel pomeriggio fu proposto un convegno internazionale di esorcisti, programmato per l’anno successivo, il 1994. Dopo meno di due mesi, dal 27 al 30 settembre 1993, don Gabriele guidava il secondo convegno degli esorcisti italiani. L’anno seguente – dal 27 giugno al 1º luglio 1994 – si tenne il primo Convegno Internazionale di Esorcisti, durante il quale nacque di fatto l’Associazione Internazionale Esorcisti, di cui don Gabriele, per unanime scelta dell’assemblea, divenne presidente.
Per comprendere con chiarezza quale fu l’itinerario che portò don Gabriele Amorth ad essere il primo presidente e cofondatore dell’Associazione Internazionale Esorcisti, insieme con l’esorcista francese padre René Chenessau, mi servo della documentazione custodita nell’archivio della nostra Associazione.
Nel 1986, il Cardinale Vicario Ugo Poletti, informato delle preoccupanti condizioni di salute di Padre Candido Amantini, esorcista presso il santuario della Scala Santa in Roma, venne a sapere, durante una visita di don Gabriele, della frequentazione e dell’amicizia che don Gabriele stesso aveva di Padre Candido. Il Cardinal Poletti disse: «Lei conosce padre Candido? Oh, adesso ammalato com’è ha proprio bisogno di aiuto». Prese un foglio e si mise a scrivere la sua nomina a esorcista per la diocesi di Roma, affinché don Gabriele potesse in tal modo sollevare in parte padre Candido dall’oneroso peso del suo ministero. Don Gabriele replicò: «Ma io… lei sa che sono buono solo a contare barzellette!». Ma non vi fu ripensamento. E allora don Gabriele si rivolse alla Madonna e le disse: «Questo è un passo importante: avvolgimi nel tuo manto e mi sentirò sicuro». Poco dopo aver intrapreso il compito affidatogli, si affacciava con insistenza, alla mente di don Gabriele, il pensiero di radunare periodicamente gli esorcisti. Ne parlò con Padre Candido, il quale lo incoraggiò a procedere. Intanto, nel settembre del 1990, don Gabriele pubblicò un primo libro sul ministero degli esorcismi che ebbe un successo strepitoso, da lui stesso sempre attribuito a un particolare intervento della Vergine Maria. Il libro si intitolava: “Un esorcista racconta” ed ebbe numerosissime edizioni e fu tradotto in moltissime le lingue.
Qualche mese dopo, nell’autunno del 1990, Padre René Chenesseau, esorcista della Diocesi di Pontoise (Parigi), venne a Roma e fece lasciare, da una persona amica, alla portineria della Società San Paolo (dove risiedeva don Amorth, in via Alessandro Severo) e alla portineria del santuario del santuario della Scala Santa (dove risiedeva padre Candido Amantini) il manoscritto di un suo libro, dal titolo: “Diario di un esorcista”. Lasciò anche i numeri di telefono, per rintracciarlo.
Passati tre giorni, padre Candido telefonò a Padre Chenesseau e lo invitò ad incontrarlo alla Scala Santa, due giorni dopo. Parlarono tutto il pomeriggio delle loro esperienze, degli incontri che Padre Chenesseau aveva avuto con esorcisti di altre nazioni, della situazione in Italia e anche in Francia, dove la Conferenza Episcopale Francese organizzava ogni anno una riunione di tutti gli esorcisti francesi. Padre Candido, nel volgere di breve tempo, fece in modo che anche don Amorth incontrasse Padre Chenesseau. Don Amorth venne così a sapere, tra l’altro, che il vescovo della diocesi di Padre Chenesseau aveva chiesto allo stesso Padre Chenesseau di fargli avere le sue osservazioni sul Rituale ad Interim del 4 giugno 1990 (in francese), che Don Amorth non aveva ancora ricevuto (e che padre Chenessau fece tradurre dal francese in italiano per don Amorth, in attesa che lui lo ricevesse poi anche ufficialmente).
Il padre Renè Chenessau aveva numerose osservazioni sul primo testo proposto e voleva che altri esorcisti esprimessero il loro parere e che ci fosse anche un utile confronto. Padre Chenesseau era molto contento che “a Roma”, come diceva, grazie a don Amorth, si parlasse del problema degli esorcismi e sperava in una fruttuosa collaborazione fra gli esorcisti.
Intanto don Amorth convocò a Roma, per i giorni 3-4 settembre 1991, i pochi esorcisti che conosceva e i pochi di cui aveva ricevuto l’indirizzo.
Quale sede di quel primo incontro scelse la casa d’Esercizi Spirituali dei Padri Passionisti al Celio, in Roma (Piazza Santi Giovanni e Paolo, n. 13), per favorire la partecipazione di padre Candido, già provato nella salute. Don Gabriele affermò: «Mi rendevo conto di progettare qualche cosa di nuovo, di cui non potevo certo prevedere il successo o l’insuccesso». Aderirono tutti i convocati. All’ultimo momento proprio Padre Candido, per motivi di salute, annunciò, a malincuore, la sua forzata rinuncia.
Parteciparono a quel simposio 12 esorcisti. Si può senz’altro affermare che nella giornata conclusiva di quel convegno, il 4 settembre 1991, per la prima volta nella storia della Chiesa nacque, di fatto, una Associazione di Esorcisti. Conserviamo ancora la lista dei nomi di quei 12 esorcisti, tutti italiani:
- Don Gabriele Amorth, esorcista di Roma
- Battistoni P. Silvino, esorcista di Roma
- Don Capra Giuseppe, esorcista di Torino
- Don Antonio Di Monda, esorcista di Benevento
- Don Ernetti Pellegrino, esorcista di Venezia
- La Grua Padre Matteo, esorcista di Palermo
- Lo Schiavo Dom Gennaro, esorcista della Badia di Cava dei Tirreni (Salerno)
- Proia Mons. G. Battista, esorcista di Roma
- Don Raul Salvucci, esorcista di Fermo (Ascoli Piceno)
- Sutto Mons. Ferruccio, esorcista di Pordenone
- Terzi Padre Ignazio, esorcista di Roma
- Tiveron Padre Leandro, esorcista di Modena
Alcuni di loro sono tuttora viventi.
Durante i lavori, don Amorth proponeva un argomento, lo illustrava, e poi ognuno interveniva. Furono due giornate pienamente soddisfacenti: i convenuti si proposero di riunirsi ancora, in futuro, allargando la rosa degli inviti. Pensando già di programmare un secondo convegno, dopo due anni, nel 1993, don Gabriele si diede da fare per contattare altri esorcisti. Fu informato che all’incontro di Rimini, organizzato dal movimento ecclesiale «Rinnovamento nello Spirito Santo», a fine aprile, sarebbero intervenuti molti sacerdoti, tra cui vari esorcisti. Partecipò, perciò, a vari momenti di quel “meeting”, prendendo così contatto con un buon numero di esorcisti.
Il 3 ottobre 1991 padre Chenesseau, Curty, e padre Jean-Baptiste si riunirono in Francia presso l’Abbazia Sainte-Madeleine du Barroux e inviarono una lettera al Cardinale Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. In questa Congregazione, il Padre Ligier seguì da vicino la questione del Rituale degli esorcismi, in accordo con il padre Chenesseau.
Nel 1992, padre Chenesseau organizzò un secondo incontro, presso l’abbazia Sainte-Madeleine. Furono presenti padre Curty di Avignone, padre Michel Babelon di Agen e padre Jean-Baptiste, monaco del monastero di Sainte-Madeleine e anche Mons. Corrado Balducci, proveniente dall’Italia. In quella riunione si accennò all’idea di un raduno internazionale degli esorcisti; inoltre, al termine di quell’incontro, si definì una proposta di riforma organica del Rituale degli Esorcismi del 1952, che fu presentata al Cardinale Ratzinger, con cui padre Jean-Baptiste ebbe poi l’occasione di parlarne personalmente.
Padre Chenesseau desiderava che anche don Gabriele fosse presente agli incontri che aveva avviato, ma temeva che padre Jean-Baptiste non si sarebbe potuto recare a riunioni organizzate fuori del monastero e che, d’altra parte, don Gabriele non sarebbe potuto andare facilmente da Roma a Le Barroux. Padre Jean-Baptiste, però, rassicurò padre Chenesseau e così fu deciso che il gruppo si sarebbe ritrovato a Roma l’anno seguente, invitando anche don Gabriele.
Questa riunione si concluse il 29 ottobre 1992.
L’anno dopo, nel 1993, il gruppo si riunì finalmente a Roma, dal 28 giugno al 2 luglio 1993, nella casa “Domus Mariæ”. Fu invitato anche don Gabriele, il quale stava preparando il Convegno Nazionale degli Esorcisti Italiani, che si sarebbe svolto due mesi dopo alla “Domus Pacis” di Roma. Proprio in quel periodo, però, don Gabriele non si sentiva molto bene, per cui poté partecipare solo un pomeriggio. La sua presenza, tuttavia, fu molto importante e determinante, perché proprio in quel pomeriggio fu presa la decisione di organizzare un convegno internazionale degli esorcisti per l’anno successivo, il 1994.
Tale incontro fu incoraggiato e patrocinato, in modo molto discreto, dal Cardinale Mayer, che ebbe pure una conversazione con questo piccolo gruppo di sacerdoti; anche Sua Eccellenza mons. Giovanni De Andrea, contattato anch’egli da padre Chenesseau, sostenne quella lodevole iniziativa. Non furono numerosi i partecipanti, ma tutti erano molto qualificati. Oltre a padre Chenesseau e a mons. René Chenesseau, parteciparono padre Davies, padre Jean-Baptiste, padre Conaty, padre Le Bar e padre Ladamus.
All’incontro parteciparono anche gli psichiatri Dott. Philippe Loron (Parigi), Dott. Ellyn Shander (USA), e la Dott.ssa Odile Boudier. Grazie al Cardinale Mayer, tutto il gruppo fu ricevuto dall’allora Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina di Sacramenti, Mons. Agnelo Geraldo Majella.
I temi discussi in quei giorni furono i seguenti:
- L’insegnamento del Concilio Vaticano II e di Giovanni-Paolo II
- L’insegnamento della Scrittura e della tradizione sull’esorcismo
- L’esorcismo nel tre primi secoli
- L’insegnamento di san Tommaso d’Aquino
- L’insegnamento dell’enciclica sullo Spirito Santo
- I pericoli dell’esorcismo e la sua necessità
- I due gruppi di esorcizzati:
- Coloro che sono tormentati soprattutto per colpa loro
- Coloro che sono tormentati soprattutto a causa del loro amore per il Signore
- I differenti livelli di liberazione
- Lo studio dei segni di influsso satanico
- Lo studio delle cause
- I criteri decisivi per l’esorcismo stesso
- I livelli di certezza
Ogni giorno si affrontò:
- Lo studio dei casi, presentati da ogni esorcista
- Studio del rituale ad interim:
- Redazione delle critiche
- Studio delle proposte per la revisione del rituale
- Redazione delle proposte
- Presentazione di alcuni libri sull’esorcismo
Sempre in quell’occasione si stabilì in lingua francese un atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell’Associazione. Il testo, proposto il 19 giugno 1993, da padre Jean-Baptiste fu il seguente:
Consécration au Cœur Immaculé de Marie
Cœur très Pur et Immaculé de Marie, incendié de la sainte charité de Dieu, holocauste tant agréable à Dieu, cristal sans tache, navire obéissant aux plus légers souffles du Saint-Esprit, vase débordant d’ardeurs toutes saintes, ache du Bel Amour. A Vous, oh Cœur de l’Immaculée Conception, à jamais victorieuse de Satan, nous nous consacrons, nous, nos personnes, toutes nos activités. A Vous, oh Cœur de la Mère de Dieu, nous vous consacrons les âmes et les corps de ceux qui, tourmentés par le démon, ont recours à notre ministère. A Vous, oh Cœur de la reine des Anges, nous nous consacrons à votre service comme soldats de votre invincible armée.
Ainsi soit-it!
Traduzione in italiano:
Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
Cuore Purissimo e Immacolato di Maria, incendiato dalla santa carità di Dio, olocausto gradevolissimo a Dio, tersissimo cristallo, veliero ubbidiente ai più leggeri soffi dello Spirito Santo, vaso ricolmo di santissimi ardori, arca del Bell’Amore. O Cuore dell’Immacolata Concezione, per sempre vittorioso su Satana, a Te consacriamo le nostre persone e tutte le nostre attività. A Te, o Cuore della Madre di Dio, consacriamo le anime e i corpi di coloro che, tormentati dal demonio, ricorrono al nostro ministero. O Cuore della Regina degli Angeli, ci consacriamo al Tuo servizio come soldati del tuo invincibile esercito. Così sia!
Quasi due mesi dopo, dal 27 al 30 settembre 1993, a Roma, presso la casa “Domus Pacis in via Torre Rossa, 94, vi fu il secondo Convegno Nazionale degli Esorcisti Italiani. In quei giorni don Gabriele notò l’entusiasmo con il quale gli esorcisti italiani avevano accolto l’iniziativa di riunirsi periodicamente, esigenza da essi già da tempo fortemente avvertita. Basta dire che dai 12 del primo Convegno nel settembre 1991 i partecipanti passarono a 79. Fu anche grande la loro soddisfazione quando vennero informati del primo convegno internazionale, che si sarebbe svolto l’anno seguente.
I relatori di quel Convegno e i titoli delle loro relazioni furono i seguenti:
- Prof. Don Franco Pierini: Storia degli esorcismi da Gesù Cristo ad oggi
- Sua Ecc. Mons. Girolamo Grillo: Gli esorcismi sulle persone
- Don Pellegrino Ernetti: Esorcismi ad un gruppo di persone
- Don Raul Salvucci: Esorcismi con l’aiuto di un gruppo di preghiera
- Don Giuseppe Capra: Esorcismi con l’aiuto di un medico
- Padre Matteo La Grua: Il Rinnovamento e le preghiere di liberazione
- Mons. G. Battista Proia: Un problema aperto
- Don Gabriele Amorth: Come interpretare il diritto canonico
Vi furono varie comunicazioni interessanti, oltre a vivaci discussioni. Al termine del Convegno fu dato a don Gabriele l’incarico di inviare una relazione dell’incontro al Cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Italina. Infatti fu inviata ampia relazione con il programma svolto. E furono inviate quattro richieste finali di grande rilievo. Si noti che anche nei precedenti incontri (al Celio e alla “Domus Mariæ”) si trattò con preoccupazione del «Rituale ad interim». Ecco le richieste:
- Che il «Rituale ad interim» sia radicalmente rifatto, inserendo nella Commissione redattrice alcuni esorcisti di lunga esperienza. Il Rituale tuttora in vigore, pur con i suoi difetti, è certamente migliore del «Rituale ad interim» proposto
- Che fin dagli studi teologici si tornino a studiare quelle discipline che negli ultimi tempi sono state spesso omesse: l’angelologia (in teologia dogmatica), l’azione di Satana (in teologia spirituale), i peccati contro il primo comandamento (in teologia morale)
- Che vengano create o indicate possibilità di formazione per gli esorcisti. Molti hanno confessato apertamente la loro totale impreparazione
- Che gli esorcisti abbiano il loro riconoscimento e collocamento, nella Conferenza Episcopale Italiana ad esempio, come un ramo della pastorale per gli infermi
Don Gabriele, nel frattempo, per conservare i contatti tra un Convegno e l’altro e curare la formazione permanente degli esorcisti, pensò di preparare una “Lettera Circolare” da inviare loro periodicamente. La prima fu datata 16 luglio 1992 e fu spedita sia ai primi dodici partecipanti – incontrati l’anno precedente – sia a quelli conosciuti successivamente. Don Gabriele non pensava che quella breve circolare sarebbe stata la prima di una lunga serie. Ancora oggi infatti, una Lettera Circolare viene inviata ai sacerdoti esorcisti iscritti all’Associazione Internazionale Esorcisti e ai loro ausiliari, a cui si è aggiunto da tre anni un sussidio di formazione permanente dal titolo: “Quaderni AIE”.
Qualche settimana dopo il termine del convegno degli esorcisti italiani, nell’ottobre del 1993, si rifece vivo padre Chenesseau: egli chiese a don Amorth quali potessero essere gli argomenti da trattare nel primo incontro internazionale, che si sarebbe dovuto svolgere l’anno successivo. Nel fax di risposta – datata 28 ottobre 1993 – oltre a fornire i suoi suggerimenti, don Amorth manifestò qualche perplessità, scrivendogli in francese: “Trovo una grandissima difficoltà di traduzione simultanea. Siamo troppo pochi per servirci di strumenti che si utilizzano nelle grandi riunioni”. Ma padre Chenesseau non si scoraggiò e continuò nella preparazione del Convegno internazionale. Egli fu aiutato da Rita Cinti, per tutta la parte pratica della Segreteria. Per gli inviti dall’estero si occuparono padre René Chenessau e gli altri sacerdoti e medici intervenuti all’incontro presso la “Domus Mariæ”, nel giugno del 1993.
Il Convegno, che si tenne nella casa «Divin Maestro» ad Ariccia, sul lago di Albano, iniziò il 27 giugno 1994 e si concluse il mattino del 1º luglio con la Santa Messa. I partecipanti furono 81.
A presiedere il convegno fu incaricato padre Jeremy Davies, esorcista di Westminster (Londra); il Vice Presidente fu padre Christian Curty, esorcista di Marsiglia; come consigliere teologo fu scelto padre René Chenesseau. Nella giornata finale del convegno si decise di rendere stabile l’incontro. Si assunse per la prima volta il nome di «Associazione Internazionale Esorcisti» e ci si propose di ripetere l’incontro internazionale ogni due anni, lasciando liberi gli anni dispari per l’incontro solo dei sacerdoti italiani. Occorreva però nominare un Presidente.
Dopo una discussione a gruppi separati, secondo la lingua, gli italiani si erano orientati per un Presidente non italiano. Ma gli altri gruppi, dato che la sede degli incontri rimaneva fissata a Roma, reclamavano un Presidente italiano. E Padre Chenesseau chiese a gran voce che fosse proprio don Gabriele Amorth. Anche se quest’ultimo aveva fatto di tutto per non farsi eleggere, chiedendo a molti di non votarlo, fu eletto a larghissima maggioranza e a quel punto accettò l’incarico. Fu votato anche un vice presidente, che fu padre Rufus Pereira, di Bombay (India). In quell’occasione fu anche stabilita una prima bozza di Statuto ad interim. L’impegno principale di don Amorth fu quello di organizzare bene i convegni annuali (nazionale negli anni dispari, internazionale negli anni pari).
Ora vorrei presentarvi una testimonianza di don Gabriele su quegli anni della sua presidenza, testimonianza che io stesso gli chiesi e che pubblicammo nella Lettera Circolare n. 54 del dicembre del 2012:
«L’Associazione era fondata, ma non aveva un volto ben definito, che cercai di imprimere con impegno. Intanto potevo contare su una preziosa segreteria, Rita Cinti aiutata dal marito; per tutta la parte esecutiva stavo tranquillo e debbo dare atto dell’ottimo funzionamento di questo settore. Pensai di ottenere una formazione abbastanza omogenea valendomi di due mezzi. Il primo era fornito dai grandi incontri annuali. Cercai di curarli al meglio, valendomi anche degli aiuti che mi venivano dai presenti. Il mio sforzo principale fu nella scelta degli argomenti e dei relatori. Occorreva che le relazioni avessero un taglio pratico, per poter essere di vero aiuto per i partecipanti. Per questo ho cercato di scegliere come relatori prevalentemente degli esorcisti.
Il mio secondo mezzo fu la Lettera Circolare trimestrale. Pensavo che era un collegamento troppo scarso quello di incontrarsi una volta all’anno oppure ogni due anni. Così non poteva essere sentita l’appartenenza ad un’Associazione. Perciò fu mia cura inviare ogni tre mesi una Circolare, abbastanza ricca di pagine. Non nascondo che fu una grossa fatica. Cercai di ottenere collaboratori e ci sono riuscito in parte; nessuno mi mandava interventi di sua iniziativa, ma sempre venivo soddisfatto se sollecitavo la collaborazione indicando un tema concreto. Ringraziando il Signore sono riuscito a mantenermi fedele alla Circolare trimestrale tutto il tempo del mio incarico.
Ritenendo di avere svolto a sufficienza il mio mandato, e ritenendo utile una successione, nel Convegno internazionale del luglio 2000 mi dimisi».
Queste le parole con cui don Gabriele testimoniò la sua appassionata presidenza in quegli anni. Voglio concludere ripresentando anch’io la mia breve testimonianza su don Gabriele, che lessi al termine della Santa Messa di funerale, il 19 settembre 2016, e che in parte riprendo:
«Noi, sacerdoti esorcisti di tutto il mondo, siamo immensamente grati a Don Gabriele Amorth per tutto quello che ha fatto, riproponendo e valorizzando nella Chiesa il ministero degli esorcismi. Quando, nel 1997, entrai a far parte di quest’Associazione, rimasi profondamente edificato per il vigore, lo slancio, la dedizione e l’entusiasmo che don Gabriele profondeva costantemente nel guidarla, con il fine di aiutare gli esorcisti a svolgere al meglio il proprio compito.
Con questi vivi e affettuosi ricordi nel cuore, affidiamo al Signore l’anima di questo suo servo fedele. A nome dell’Associazione Internazionale Esorcisti, rinnovo a Lei, Reverendissimo don Valdir Josè De Castro, superiore Generale della Società San Paolo e a tutti religiosi della sua famiglia religiosa, il ringraziamento per il grande dono che ci ha fatto, attraverso il vostro confratello Don Gabriele e ringraziando Dio per averlo donato alla Chiesa attraverso di voi, gli chiediamo di ricompensarlo per le fatiche e le prove che ha affrontato per amor Suo e per amore di tanti sofferenti.
Con la fiduciosa speranza, per l’aiuto della Grazia divina, di proseguire degnamente l’opera da lui iniziata e incoraggiata con tanto fervore, custodiamo sempre più profondamente quella stretta unione in Cristo Gesù – tra i Vescovi e gli esorcisti e tra gli esorcisti stessi fra di loro – tanto auspicata e promossa da don Gabriele, affinché nella comunione fraterna e nell’esercizio di questo ministero, svolto in conformità alla prassi liturgica stabilita dalla Chiesa, possiamo sostenere sempre più efficacemente la durissima battaglia contro Satana e contro gli angeli ribelli, per la salvezza del popolo di Dio e per l’avvento del Regno di Dio.».