di Don Marco Cescut, SDB
sacerdote esorcista
Nel periodo della Solennità di Ognissanti e della Commemorazione di Tutti i Defunti è consuetudine chiedere con particolare intensità suffragi e indulgenze per le anime dei nostri cari. Riguardo alle anime del Purgatorio vorrei perciò condividere alcuni episodi che mi sono accaduti nel corso di esorcismi su diverse persone, che presentavano differenti gradi di possessione.
In un caso, offrendo al Signore le sofferenze della persona posseduta a beneficio delle anime del Purgatorio, recitando in semplicità l’Eterno riposo, di fronte a questa preghiera il Maligno ha iniziato a disperarsi, piangendo, gridando che vedeva passare le anime dal Purgatorio al Paradiso. Debbo dire che in maniera ordinaria, abbastanza spesso, di fronte all’invocazione dei Santi e delle anime beate del Purgatorio, riscontro delle reazioni forti del diavolo.
In un altro caso, è accaduto che una ragazza fortemente tribolata dal demonio, a un certo punto del suo percorso spirituale si è affezionata alla ben nota indulgenza del Perdono di Assisi, che cade il 2 agosto di ogni anno, cominciando a promuoverla sia a vantaggio dei vivi, sia a sollievo e liberazione dei defunti.
Avendo provato la grande sofferenza della possessione, questa giovane aveva fatto proprio il proposito di poter risparmiare a più anime possibili le sofferenze del Purgatorio, o evitando loro di andarci mediante l’indulgenza lucrata in questa vita, o venendone liberate, se già vi si trovassero, attraverso l’applicazione dell’indulgenza ottenuta a modo di suffragio da qualche persona caritatevole.
A tal scopo, la ragazza propose questa indulgenza a un amico lontano da Dio, che da oltre vent’anni non si confessava, come a molti altri conoscenti, diffondendo così la pratica del Perdono di Assisi. Da quel momento il diavolo cominciò a tribolarla di più non sopportando l’impegno che aveva assunto di promuovere le indulgenze. Ciò rese necessario un mio maggior impegno nell’accompagnare, consolare e celebrare la preghiera di esorcismo, visto che il Signore aveva permesso, per un bene maggiore e per la Sua maggior Gloria, un intensificarsi della tribolazione di questa ragazza. Durante una di queste preghiere il diavolo ha urlato per bocca della posseduta: “L’ha fatto, l’ha fatto, è andato a confessarsi!”. Dopo un paio di giorni da questo episodio, quell’amico che non si confessava da anni, le telefonò comunicandole che si era confessato e aveva fatto il Perdono di Assisi per sé stesso, cosa di cui la giovane era totalmente all’oscuro.
Sempre questa ragazza, approfondendo la tematica delle indulgenze, è venuta a conoscenza che esse sono concesse anche durante il Sacro Triduo pasquale mediante l’adorazione eucaristica il Giovedì Santo, l’adorazione della Croce il Venerdì Santo, e il Rosario recitato il Sabato Santo. Come accaduto in precedenza, col diffonderle ebbe un incremento dell’intensità della propria tribolazione.
Al riguardo, durante una sessione di esorcismo, il diavolo si è adirato dicendo: “Io non sopporto che voi, così tanto peccatori, se avete l’intenzione di fare un’indulgenza con una piccola intenzione del cuore per voi stessi e soprattutto per gli altri e per le anime dei defunti, il Signore vi dia grazie così grandi”.
Attraverso l’indulgenza si favorisce il passaggio dell’anima dal Purgatorio al Paradiso, e ciò per il demonio è insopportabile. Egli non può tollerare che con così poco sforzo, con un semplice atto di pietà, il Signore possa concedere una grazia tanto grande. Infatti, non occorre essere santi, ma basta avere la disposizione del cuore. Questo dimostra per l’ennesima volta l’abbondanza della Grazia di Dio concessa alla Chiesa. Purtroppo, con l’appellarsi alla vendita simoniaca delle indulgenze praticata in un certo periodo storico, tutto questo è stato da parecchi in gran parte frainteso. Il demonio, servendosi della fragilità umana e suscitando scandalo e divisione nella Chiesa, è riuscito così a renderle non più credibili agli occhi di molti. Ma la verità resta: praticandole correttamente, il Signore agisce in maniera certa portando le anime dal Purgatorio al Paradiso.
In che cosa consiste il Purgatorio? Ce lo spiega bene il Catechismo della Chiesa Cattolica:
1030 – Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.
1031 – La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze e di Trento. La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, parla di un fuoco purificatore:
«Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c’è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti, colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro».
1032 – Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: «Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato» (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
«Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? […] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere».
In conclusione, a chi desidera approfondire questo grande e consolante mistero della fede, consigliamo la lettura del Trattato del Purgatorio di Santa Caterina Fieschi da Genova. Ne trarrà un grande vantaggio e apprezzerà maggiormente il dono che Dio, ricco in misericordia, ci ha fatto delle sante indulgenze.