di Francesco Scarsella [2]
Nel ventesimo secolo, è stato scritto, lo studio teologico del demoniaco è stato abbandonato [3]. L’inizio del ventunesimo ha visto, generalmente parlando, una leggera ripresa degli studi sul tema: benché limitatissimi, essi sono un segno dell’urgenza di tornare sull’argomento dopo un così lungo periodo di abbandono.
Se questo vale per la demonologia in generale, quella agostiniana rappresenta un campo che, molto più ristretto, ha sofferto ancora di più una tale mancanza di attenzione. È infatti evidente lo scarto tra la grande quantità di menzioni che nelle sue opere s. Agostino, sulla scorta del Nuovo Testamento e della successiva tradizione patristica, dedica al demoniaco e la rarità di contributi demonologici nell’imponente bibliografia che lo riguarda. Questa assenza non si può giustificare con la poca importanza della sua dottrina demonologica: come in molti altri ambiti, la teologia latina successiva deve all’Ipponate alcuni capisaldi e buona parte dei suoi temi. Non si può neanche dire che la dottrina agostiniana non sia originale: benché non cerchi la novità, la sintesi di Agostino è certamente innovativa per la sua completezza, per la quantità di dati che raccoglie, per le domande che si pone. La causa dell’assenza, insomma, non è interna agli scritti di s. Agostino ma esterna, e va ricercata nella suddetta dimenticanza teologica del demoniaco.
Questo lavoro vuol essere un contributo per colmare la lacuna e per disegnare un panorama di insieme della demonologia agostiniana, rispondendo alle domande circa l’esistenza, la natura, l’azione degli angeli caduti con le parole stesse del Santo Ipponate. Si scoprirà così, nonostante la distanza di secoli, che l’insegnamento del Doctor Gratiae circa le tematiche qui esaminate, continua ad offrire un aiuto fondamentale tanto nella comprensione del dato di fede che nella prassi della vita Cristiana e dello svolgimento del ministero esorcistico, specie attraverso l’analisi dei fenomeni che lo riguardano più da vicino, sia per quanto riguarda l’azione ordinaria del nemico (tentazione) che per la parte straordinaria (prodigi, divinazione, pratiche magiche, violenze fisiche, possessione diabolica): se questi mostrano da una parte la continua e identica azione del nemico lungo le epoche storiche, dall’altra rivelano la costante e sovrana salvezza offerta dal Cristo all’uomo di ogni tempo.
[1] Francesco Scarsella, Demonologia ed esorcismo in Sant’Agostino, Borla 2024, 318 pp., 28,50 euro.
[2] Dottore in Teologia e scienze Patristiche presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, Roma 2022.
[3] Cf. A. Monaci Castagno, Il diavolo e i suoi antenati: a proposito di alcuni studi sulla demonologia giudaica e cristiana antica, in RSLR 29 (1993), 383. Frutto di questo abbandono sono gli atteggiamenti più disparati che si incontrano oggi nell’affrontare il discorso demonologico, alcuni dei quali tentano di riattualizzare il tema fondendolo con tematiche ad esso liminali o addirittura estranee alla speculazione teologica, purché facciano presa sul pubblico: dato il loro carattere di estraneità alla dottrina, non vale la pena di menzionarli nel presente studio.