di Associazione Internazionale Esorcisti
Quando pentiti abbiamo ricevuto il perdono di Dio nel sacramento della Confessione, al momento dell’assoluzione da parte del Sacerdote, ci vengono condonate le colpe commesse, cioè i peccati. E, se avessimo commesso delle colpe gravi, cioè dei peccati mortali che conducono l’anima alla perdizione eterna dell’Inferno, ci viene condonata anche la pena eterna meritata. Se non abbiamo raggiunto una contrizione perfettissima, ci resta ordinariamente da scontare – anche dopo la Confessione – una pena detta temporale, perché consiste in un tempo limitato di purificazione della propria anima, che si distingue dalle pene eterne dell’Inferno.
Le pene temporali possono essere scontate nella vita terrena, con varie purificazioni che preparano l’anima a entrare in Paradiso. Se, però, questo debito di pena temporale da espiare non è stato estinto dalla penitenza nella vita presente, dovremmo estinguerlo nel Purgatorio, dove porteremo a termine l’espiazione e quindi la nostra purificazione.
Nel libro dell’Apocalisse si legge infatti che nella Gerusalemme celeste, cioè in Paradiso “non entrerà nulla d’impuro” (Ap 21,27).
La Santa Chiesa, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatale da Nostro Signore Gesù Cristo, può intervenire a favore di un cristiano, attingendo al tesoro dei meriti di nostro Signore Gesù Cristo e dei Santi, perché quell’anima ottenga la remissione della pena temporale dovuta ai suoi peccati: questo intervento si chiama Indulgenza[1].
La Chiesa ha indulgenziate certe azioni od opere. Chi le compie, abbrevia o elimina del tutto la purificazione che dovrebbe fare in questa vita terrena o quella che dovrebbe fare in Purgatorio.
Le azioni od opere richieste per ottenere l’Indulgenza sono riportate nel Manuale delle Indulgenze (Enchiridion indulgentiarum, secondo il titolo originale latino).
Possiamo ottenere l’Indulgenza anche per le anime dei nostri cari defunti, a modo di suffragio, in una comunione di amore e di aiuto fraterno. Infatti, l’affetto che abbiamo per loro non può non suscitare in noi il desiderio sincero di aiutarli. L’Indulgenza applicata ai nostri cari defunti è un dono preziosissimo che possiamo fare loro se si trovassero nella necessità di avere suffragi, perché tramite essa sono sgravati dal debito di pena temporale e gli è data la possibilità di entrare in più breve tempo nella gloria del Paradiso.
La dottrina delle Indulgenze poggia sui meriti di Cristo, che sono infiniti. A questi meriti si aggiungono quelli della Beatissima Vergine Maria e dei Santi.
Da questo tesoro immenso la Chiesa, alla quale Cristo ha dato ogni potere in cielo e in terra per quanto riguarda la salvezza degli uomini, attinge per condonare in parte o totalmente la pena che rimane da scontare.
L’Indulgenza è plenaria quando libera completamente un cristiano – in questa vita sulla terra o nel Purgatorio – dalla pena temporale dovuta ai suoi peccati.
L’Indulgenza è invece parziale quando lo libera solo in parte.
Per ottenere l’Indulgenza plenaria, oltre all’azione o opera richiesta, è necessario il ripudio del peccato, il proposito di non commetterne mai più e il rifiuto di qualunque affetto verso il peccato. Questo, forse, è il punto più difficile da realizzare, ma senza dubbio è il più alto e il più santificante. Nel concedere l’Indulgenza plenaria la Chiesa, oltre alla remissione della pena temporale, mira soprattutto a questo.
Durante il Giubileo Ordinario del 2025 resta in vigore ogni altra concessione di Indulgenza: alle consuete condizioni, perciò, sarà possibile ottenerla e applicarla anche alle anime del Purgatorio in forma di suffragio. Tuttavia, l’Indulgenza plenaria che riceviamo andando in pellegrinaggio a Roma (in “almeno una” delle Basiliche papali) o in Terra Santa (in almeno una tra le basiliche del Santo Sepolcro a Gerusalemme, della Natività a Betlemme e dell’Annunciazione a Nazareth); o anche partecipando alla Messa, al Rosario, alla Via Crucis o ad altre celebrazioni in un pellegrinaggio “verso qualsiasi luogo sacro giubilare” o “in altre circoscrizioni ecclesiastiche”, cattedrali e chiese, secondo quanto disposto dai Vescovi locali (avendo tali pellegrinaggi valore penitenziale e offrendo ai pellegrini momenti di riflessione, di preghiera, di ascolto della Parola di Dio, di incitamento ad una vita santa e di ripudio del peccato) favorisce nei fedeli le migliori condizioni interiori, necessarie per ottenere in pienezza tale Indulgenza.
Per ulteriori approfondimenti rimandiamo a due link del sito della Penitenzieria Apostolica:
Penitenzieria Apostolica: Indulgenze
Penitenzieria Apostolica: Norme
[1] L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della Redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi (Manuale delle indulgenze, Libreria Editrice Vaticana, 2003, Norme sulle indulgenze, pag. 23).